Dio Esiste. Un dilemma
"quasi" risolto...
"quasi" risolto...
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Ragione
bisogna chiedergli: "Scusi, lei che
cosa ha fatto in campo scientifico.
Che cosa ha scoperto.". Vi accorge-
rete che chi parla così di scienza non
ne ha mai fatta; ne saprà qualche co-
sa perché l'ha letta sui libri, perché
ne ha sentito parlare, ma questo non
vuol dire essere scienziati. I giganti
della scienza, Galilei, Newton,
Maxwell, Planck, Einstein, furono
tutti credenti. Come si può allora di-
re che scienza e fede sono in antite-
si. Questa è la più grave mistifica-
zione culturale di tutti i tempi, in
quanto tenta di stravolgere total-
mente il vero significato di "scien-
za". Dobbiamo a un uomo di grande
cultura - Giovanni Paolo II - i con-
tributi determinanti che hanno per-
messo di portare la dovuta chiarezza
nella Cultura del nostro tempo. La
pace e la prosperità dei popoli non si
costruiscono con le menzogne. Ecco
perché la Comunità Scientifica di
Erice ha fatto suo l'insegnamento di
questo eccezionale Pontefice. Lo
smantellamento delle mistificazioni
culturali doveva precedere quello
delle testate nucleari. Vorrei ricor-
dare le tre frasi di Giovanni Paolo II
ai diecimila scienziati di Erice.
La prima: "Scienza e Fede sono en-
trambe doni di Dio". Questa frase
rende giustizia culturale alla
Scienza. Essa viene infatti posta sul-
lo stesso piedistallo di valori della
Fede.
La Scienza è una verità che si con-
quista, giorno per giorno, ponendo,
con umiltà, domande sempre nuove
a Colui che ha fatto il mondo. E’ dif-
ficile capire come possa una verità
del genere essere "dono di Dio".
Eppure è così. Infatti tra tutte le for-
me di Materia Vivente, noi siamo
l'unica alla quale è stato concesso
un privilegio eccezionale: capire la
logica di Colui che ha fatto il mondo.
Scienza vuol dire questo. Nessun
grande scienziato ha mai detto che
Scienza e Fede sono in antitesi.
Eppure la Cultura dominante ha
fatto credere che queste due verità
fossero in conflitto. Scienza e Fede
sono invece in comunione.
Nell'immanente la Scienza, nel
Trascendente la Fede, sono la prova
che questa forma di Materia Vivente
detta uomo ha qualcosa che lo di-
stingue nettamente dalle altre. Non
esiste alcuna scoperta scientifica che
possa essere portata come argomen-
to per dire: "E pertanto Dio non esi-
ste". Né c'è alcun contrasto con i
valori cui fanno capo la Scienza e la
Fede. La Scienza esige umiltà intel-
lettuale, esattamente come la Fede.
Nella seconda frase: "L'uomo può
perire per effetto della Tecnica che
lui stesso sviluppa, non per la verità
che egli scopre mediante la scienza",
c'è la distinzione netta tra Scienza e
Tecnica. Distinzione che è di estre-
ma importanza se vogliamo voltare
pagina con la mistificazione del
marxismo scientifico. Infatti le ap-
plicazioni tecnologiche delle scoper-
te scientifiche possono essere fatte
"per" e "contro" i valori della vita e
della dignità umana.
Infine, la terza frase: "Come al tem-
po delle lance e delle spade, così an-
che oggi, prima delle armi, a uccide-
re è il cuore dell'uomo". E cioè la
scelta tra gli ordigni di guerra e
utensili di pace non è di natura
scientifica ma esclusivamente cultu-
rale. E’ cultura della vendetta, del-
l'odio, della lotta a oltranza che uc-
cide l'uomo. Se imperversa la vio-
lenza politica saranno gli ordini di
guerra ad avere la priorità assoluta.
Se trionfa la Cultura dell'amore, le
applicazioni tecnologiche delle sco-
perte scientifiche saranno studiate
per aiutare l'uomo a vivere meglio.
La tecnica sarà come l'estensione nel
Tempo dell'atto creativo fondato sul-
l'amore”.
Dunque, nella riflessione di
Zichichi, scienza e fede non sono
affatto in antitesi, anzi. Per di
più, la scienza, secondo lo spirito
dello stesso Galileo, padre della
scienza moderna, diventa tale
nel momento in cui fonda se
stessa proprio su un atto di fede.
E’ dall’ammissione dell’esisten-
za di Dio che la Scienza inizia la
sua ricerca, cercando di interpre-
tare nella natura i segni e il lin-
guaggio che il creatore ha lascia-
to.
Così scrive Zichichi: “I nostri gi-
ganteschi acceleratori di particelle, i
nostri laboratori in cui si studiano le
spettacolari proprietà dell’Imma-
nente nascono da quella Fede negli
oggetti volgari. Fede che doveva por-
tare Galilei a far nascere la Scienza
quale suprema attività dell’uomo
che, con umiltà, studia la natura.
Nata con un atto di fede nel Creato,
la Scienza non ha mai tradito il
Padre Suo. Essa ha scoperto –
nell’Immanente – nuove leggi, nuo-
vi fenomeni, inaspettate regolarità,
senza però mai scalfire, anche in mi-
nima parte, il Trascendente. La
Scienza si presenta oggi, alla cultu-
ra del nostro tempo, come il baluar-
do più potente per corroborare di
Verità quella Fede galileiana nella
natura, quale portatrice delle im-
pronte del Creatore”.
Sette argomentazioni
di un grande Papa
L’
osservazione della natura e
la Scienza portano, dunque,
alla scoperta di Dio. E’ davvero
così facile il passaggio verso il
mondo dei credenti. Proviamo a
considerare alcune argomenta-
zioni che il Santo Padre Giovan-
ni Paolo II ha esposto ai fedeli
nel lontano 1985, ma ancora as-
solutamente attuali:
1. Quando i credenti si chiedono:
“Perché crediamo in Dio.”, la
Ricerca razionale degli
“indizi” dell’esistenza
di Dio creatore
Continua a pag. 12
"Questa pagina web è stata creata come esercizio da Carlo Auricchio, allievo del corso UNI3-Nichelino di Informatica Avanzata"