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Ragione
Dio Esiste. Un dilemma "quasi" risolto...
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La Domanda
F
requentavo, se non ricordo
male, l’anno di quarta supe-
riore del liceo scientifico, e stu-
diavo il DNA delle cellule nel
programma di biologia. Il DNA è
quell’insieme di sostanze chimi-
che che compongono i nostri cro-
mosomi, ossia il “pacchetto” di
informazioni che permette alle
nostre cellule di svolgere i loro
compiti: crescere, nutrirsi, diver-
sificarsi secondo le funzioni che
devono assolvere, riprodursi...
Ogni uomo ha un pacchetto cro-
mosomico diverso, che lo rende
unico al mondo. Immaginate il
fascino di una simile materia di
studio! Continuavo a porre do-
mande alla mia professoressa, in
attesa di risposte sempre più det-
tagliate e precise sul funziona-
mento di ogni singola parte del
DNA e della cellula.
L’argomento era così affascinan-
te che ero già convinto di voler
seguire un corso di chimica orga-
nica con indirizzo biotecnologie
come percorso universitario. Mi
rendo ben conto che non si sta
leggendo una rivista di Scienza,
e mi scuso per la digressione: ma
ogni volta che si cerca di affron-
tare il discorso di ragione e fede,
il ricordo di quegli anni riaffiora
più vivo che mai, perché ha se-
gnato in me una profonda rifles-
sione che vorrei, a mia volta,
condividere.
Non sono diventato il chimico
molecolare che credevo di dive-
nire, ma la passione di quegli ar-
gomenti è rimasta immutata.
Perché tanto interesse nello stu-
dio dei fondamentali delle cellu-
le. Il perché è semplice: perché lì,
nel “quasi” infinitamente picco-
lo, si possono scoprire innumere-
voli verità di fede, oltre che di
scienza. Sì, parlo di fede, sebbe-
ne partendo da ciò che di più
scientifico esista: il nostro orga-
nismo umano.
Arrivato a capire praticamente
tutta la logica del funzionamento
cellulare (dalla formazione del
DNA, alla sua duplicazione, al-
l’interazione con l’RNA..., anche
se solo a livello di scuola supe-
riore), una cosa mancava da
chiedere alla mia professoressa:
“..., chi comanda e ordina al
DNA di fare tutto quello che
fa.”. Ricordo ancora la disar-
mante risposta di una professo-
ressa molto colta e anche creden-
te (cosa da non far stupire, non
trovate. Riprenderemo questo
aspetto più avanti...): “...Federi-
co, più in là c’è il concetto stesso
di vita! Nessuno può e potrà mai
spiegare questo fenomeno... Se
mai gli scienziati riusciranno un
domani a spiegare anche questo,
avranno terminato di scoprire
qualunque cosa...”. Forse le pa-
role non saranno state esatta-
mente le stesse, ma il significato
del discorso sicuramente sì.
Chi ha creato l’universo.
Q
uella risposta mi fece torna-
re in mente gli studi di filo-
sofia di un anno prima, quando
mi cimentavo con i miei compa-
gni di classe nello studio dei pri-
mi filosofi greci, tra cui
Aristotele, secondo il quale tutto
ha avuto origine da un primo
“motore immobile” che ha dato
l’incipit ad ogni moto, e quindi a
tutta l’evoluzione del cosmo così
come la possiamo intendere an-
che noi oggi.
Insomma, sia nel pensiero degli
antichi filosofi, sia attraverso
una ricerca scientifica rigorosa
basata su esperimenti riproduci-
bili, secondo il metodo Galileia-
no, padre della scienza moderna,
ci si imbatte prima o poi nel pro-
blema di chi ha dato o continua a
dare un inizio alle cose: un inizio
che può essere inteso in modi
differenti: un atto creativo, un’in-
telligenza superiore che regoli
gli equilibri della natura...
Ognuno può vederlo come cre-
de, ma alla fine il problema è
uno: chi c’è, al di fuori di noi, che
continua in qualche modo ad
operare in noi, e che ha dato ori-
gine (e continua a farlo) all’uomo
e a tutto ciò che lo circonda.
Eccoci di fronte al perenne di-
lemma (che poi tanto dilemma in
fondo non è...): ragione e fede, o
scienza e fede, visto che la scien-
za è una delle massime espres-
sioni della ragione, l’unica dav-
vero in grado di toccare la sfera
dell’immanente e parimenti in
grado di “sfiorare” tematiche an-
che di tipo strettamente trascen-
dente.
Ragione e fede si incontrano
ogni qual volta il tema di Dio e
della religione è al centro della
discussione. La ragione cerca di
dare le sue spiegazioni; la fede
completa e arricchisce tirando le
sue conclusioni. Sono in disac-
cordo. Credo che a questo pro-
posito siano state scritte migliaia
di pagine, ognuna con argomen-
tazioni più o meno convincenti.
La risposta
di uno scienziato
P
iù di molti altri, Antonino
Zichichi, scienziato di fama
mondiale, tra i pionieri nel cam-
po della ricerca della struttura
delle particelle fondamentali, ha
argomentato la sua idea di come
scienza e fede non siano affatto
in antitesi, anzi! Così scrive nel
suo celebre libro: “Perché io cre-
do in Colui che ha fatto il mon-
do” (Ed. Il Saggiatore, 1999):
“Purtroppo la scienza ha fatto tanta
ricerca ma pochissima cultura.
Cultura vuol dire anzitutto comuni-
care. La scienza ha lasciato parlare
gli altri per secoli senza mai espri-
mersi in prima persona, e gli altri
sono coloro che la scienza non l'han-
no mai fatta. Se quindi qualcuno di-
ce che la scienza è nemica della fede,
"Questa pagina web è stata creata come esercizio da Carlo Auricchio, allievo del corso UNI3-Nichelino di Informatica Avanzata"

 

 

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