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LA STORIA
C’era una volta…
…una città con molti problemi, una chiesa, un campanile e tanti ragazzi: arrivò un prete da lontano, in gamba, aveva un nome strano ed il ‘pallino’ del calcio.
Nichelino: ‘paesone’ di cinquantamila abitanti nella prima cintura di Torino. Realtà di città dormitorio, cresciuta troppo in fretta con tante difficoltà quotidiane da affrontare e, talvolta, storie difficili di emarginazione. Tanti bambini e ragazzi per le vie della città: la strada, loro unico punto di incontro e di aggregazione.
Don Joe: il sacerdote dal nome straniero venuto dal mare di Malta, un passato da calciatore, desideroso di fare il ‘missionario in città’, innamorato di San Giovanni Bosco e dei giovani. Ecco riassunti i tre elementi fondamentali di quella che sembrava essere solo una bella favola, e che in breve tempo fu realtà.
Nasceva così nel 1986 il G.S. DON BOSCO: sotto il campanile si riunivano i primi ragazzi in una piccola squadra che con tanto entusiasmo dava il calcio d’inizio ad un’avventura sportiva ma soprattuto umana e cristiana.
Lo sport come mezzo educativo trainante, come veicolo per indirizzare i giovani verso sani e validi principi, come fattore aggregante per tanti ragazzi, che scoprono i valori dell’amicizia e della solidarietà. Quella prima squadra di calcio è rimasta nel cuore di tutti coloro che hanno amato e amano il G.S. DON BOSCO, perchè da essa è nato tutto quanto il gruppo sportivo è oggi: tante formazioni calcistiche che coprono ogni fascia di età, dai ‘piccolissimi’ della scuola-calcio ai ‘grandissimi’ che giocano in categoria promozione.
Ma il G.S. DON BOSCO non è solo calcio, perchè, crescendo, è stata avvertita la necessità di soddisfare il più grande numero di giovani, rispettando le loro inclinazioni sportive: sono quindi nati i corsi di pallavolo, pallacanestro, ginnastica, danza, calcio a cinque.
E tutto questo in quel piccolo cortile parrocchiale? No, certamente. Nel corso degli anni il G.S. DON BOSCO si è trasferito su un’area brulla messa a disposizione della parrocchia SS. Trinità: è uno spazio tanto grande da poter ospitare campi da calcio, calcio a cinque, polivalenti e attrezzature ricreative.
E tutto questo costruire? Con quali soldi? Ecco la domanda nella cui risposta sta la forza del G.S. DON BOSCO: quella mano provvidenziale che di volta in volta si chiama volontariato, offerte di benefattori che capiscono l’importanza sociale dell’opera, tante piccole-grandi iniziative quali lotterie, banchi di beneficienza, vendite improvvisate di oggettistica artigianale, e, più di tutto, tanta voglia di raggiungere il traguardo, tanta certezza di percorrere la via giusta.
Perchè mai il G.S. DON BOSCO ha dimenticato il fine per cui è nato: adoperarsi per la gioventù, essere al suo servizio: dare ai giovani, anche a quelli meno fortunati, un motivo di speranza, aiutarli a trovare quella via che troppo spesso viene smarrita. E, soprattutto, fare opera di prevenzione: a Nichelino la droga ha trovato terreno fertile e rappresenta un grande flagello. Guardando allo strazio di tante giovani vite, bruciate per mancanza di ideali, il G.S. DON BOSCO si adopera affinchè i ragazzi non abbiano mai ad incontrare tanti ostacoli mortali per il fisico e lo spirito.
... e vissero felici e contenti.
Così terminano le favole. Quella del G.S. DON BOSCO continua, ogni giorno fra soddisfazioni e difficoltà e si concluderà solo quando verranno a mancare i giovani e la voglia di amarli: cioè mai.
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