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RELAZIONE
2° Convegno Nazionale
Assistenti Spirituali Scoutismo Cattolico
Il Giovane uomo e la Giovane donna
nella situazione della post-modernità, di fronte alle scelte di vita.
Innumerevoli sono i motivi di meraviglia che colpiscono lo studioso, il docente, il genitore, l’educatore e quanti avvicinano il giovane uomo e la giovane donna nell’attuale modo di vivere in questa nostra società che già possiamo definire post-moderna, globalizzata, dove la rivoluzione mediatica ha neutralizzato tempo e distanza….
Soprattutto la stupefacenza si accende quando si analizzano le forti differenze che intercorrono tra questa gioventù e quella di altre epoche, anche non molto distanti di anni.
La stessa distanza tra osservatore ed osservato (il giovane) si rivela motivo di meraviglia in quanto gli stessi giovanissimi genitori di oggi non sembrano particolarmente privilegiati nella buona comprensione di questo tipo di gioventù, che da tempo andiamo definendo “inedita”.
Difficoltà concrete ce le confidano animatori parrocchiali e gli stessi Capi dello scoutismo e del guidismo d’oggi: <>.
Dobbiamo confessarlo: ci troviamo davanti ad un tipo di ragazzo/a e di giovane che sconvolge le nostre tradizionali categorie di valutazione psico-pedagogica.
Non solo; sono scosse le abituali categorie della psicologia dell’età evolutiva (ad es. il Piaget) coniate da tempo con sicurezza per definire le scansioni temporali dell’evoluzione naturale che intercorre dal bambino all’adulto transitando per le delicate età ponte dell’adolescenza (pubertà).
I motivi di tanta meraviglia non sono affatto presto narrati….
C’è un così detto “pensiero debole” che permea la grande parte della cultura contemporanea ed investe necessariamente la sfera educativa.
Questo fenomeno si assomma alla gravissima tendenza della cultura occidentale di declassare senza riguardo ogni verità in opinione…. Ciò che è assoluto diventa di colpo relativo e così viene facile fare di ogni erba un fascio dei concetti filosofici e religiosi che da sempre ritmano il crescere e il vivere dell’homo sapiens….
Questo ingenera incertezza e porta facilmente i giovani a vivere una vita allo sbando o comunque a costituirsi autonomamente il proprio universo di verità, per l’uso e consumo del momento. Noi sappiamo bene che il loro momento è difficile e fatale, perché è il tempo delle scelte; è la crescita!
Per questi e altri motivi il giovane d’oggi vive la sua esperienza in modo faticoso e necessariamente contraddittorio. Ecco perché agli educatori, ai Capi torna difficile fare la sintesi dello status e poi elaborare o applicare i progetti educativi che sono fondati su valori perenni!
Forse nessuno più di un Capo del guidismo e dello scoutismo ha le carte in regola per inserirsi in questa fase della gioventù, non perché sia super-edotto nella scienza dell’educazione, ma perché vive nello stesso contesto culturale in cui i giovani vivono lo stupendo evento dello schiudersi della loro umanità alle scelte della vita personale. Questo anche perché il leader dello scoutismo è corredato di una esperienza di vita così ancorata al philum naturale della evoluzione umana che sa coltivare il seme della pianticella umana dal suo sbocciare al suo edificarsi definitivo.
La gioventù della post-modernità, a cominciare dal precocismo dei bambini, investe in novità tutto l’interminabile arco di evoluzione giovanile che la dovrebbe portare alla “vera” maturità, quella che noi riteniamo essenziale nell’adulto.
Dovrebbe, ho detto, perché in realtà tale evoluzione oggi sembra non aver mai termine, modificando quindi lo stesso concetto di adulto e di anziano. Non per nulla la sociologia contemporanea ha coniato il termine “famiglia lunga”.
Ciononostante, pur in mezzo a contraddizioni e crisi, tenta di costruirsi una esistenza significativa, cioè di vivere una vita degna di tale nome anche se spesso è incomprensibile perché in continua vertiginosa evoluzione sociale e culturale.
Questa fatica difficile dei giovani d’oggi interessa e coinvolge in sommo grado anche noi Sacerdoti, soprattutto i Capi che sono i più adatti a supportare l’ascesi giovanile in quanto più vicini generazionalmente; anche per un principio elementare: “un ragazzo dal coetaneo non si attende un invito al bene e quando lo riceve ne resta fortemente incentivato”.
Ecco perché si dice da più parti (prof. Burgalassi, sociologo Università di Pisa) che la vera novità pedagogica odierna è il destino del giovane a essere nello stesso tempo un educando che conduce se stesso e noi al futuro.
Aperto com''è alle novità quotidiane, il ragazzo odierno respira una atmosfera del tutto propizia a capire il valore del proprio momento esistenziale e delle scelte che deve adottare.
La nostra esperienza del passato e la nostra testimonianza offre quelle "radici" e quelle resistenze che costringe a riflettere sulla vacuità dei "valori" del veramente "debole pensiero" post-moderno e a confronto della statura altissima degli ideali e valori che discendono da una visione cristiana della vita.
La tendenziale e naturale apertura al futuro, la forte soggettività di cui sono portatori consapevoli; il valore del gruppo che spesso diviene arbitro insindacabile di comportamento, la precoce inclinazione all''autonomia che confligge non di rado con una età che noi giudichiamo "irresponsabile", il richiamo all''opzione gratuita del volontariato, la tendenza a lottare contro tutto ciò che è mortificante, ipocrita o strumentale, il valore metalinguistico attribuito alle nuove musiche, allo spettacolo, alla natura…, fanno del giovane un interlocutore difficile ma formidabilmente valido specie se messo in sinergia con la metodologia dello scoutismo e del guidismo cattolico.
Nonostante tutte le globalizzazioni e le debolezze del pensiero odierno non possiamo dire e scrivere che i nostri ragazzi e giovani sono rovinati perché mancano di ideali e di valori e perciò incapaci di scelte valide.
Sono appiattiti sul virtuale…, mancano di completezza, di definizione, di colpi d''ala per salire un po’ su oltre le cose sensibili, questo si!
Ma l''impianto psichico per ricevere quel qualcosa di più di cui abbisognano c''è, eccome!
Certo noi adulti e anziani, totalmente immersi nel nostro mondo realista, spesso non riusciamo a vedere in profondità.
Il rischio è di osservare alla maniera dei dottori di Galileo…; cioè di osservare e di tentare di capire quel mondo futuro che tanto ci affascina, quanto ci spaventa, ma non fare altro. O scandalizzarci strappandoci le vesti di fronte alle presunte intemperanze.
Ricordate l''episodio di un B.P. sicuramente sbalordito in quel 1909 quando si vide sfilare davanti sette belle ragazze che si autodefinirono "girls scout" ?
Non si straccio le vesti ma capì la lezione e fece nascere lo scoutismo femminile mentre "Civiltà Cattolica" definirà <> e una <> lo scoutismo aperto alle donne (1915).
Gli Assistenti dello scoutismo e guidismo e soprattutto i Capi giovani come i giovani in questione devono immergersi sempre più nel vostro mondo della gioventù.
Devono osare e credere come il Papa che volle le Giornate della Gioventù sfidando il pessimismo ironico del mondo intero.
Gli educatori cattolici, giovani e anziani che siano, possiedono un pensiero forte, foriero di successo che può dare sicurezza, senza camuffamenti né illusioni: >.
Sir Baden Powel nella "Strade verso il successo" che cosa propone?: <
Diventa attivo! Conduci la tua canoa scansando coraggiosamente gli scogli. Evitali coltivando altre qualità>>.
Nonostante le apparenze il momento per proporre i valori e scelte forti è propizio perché permane nei ragazzi d''oggi la sete di gioia e di cose belle proprio come avevamo noi; forse anche di più. Infatti hanno un’ansia di bene più forte di quanto l’avevamo noi alla loro età, perché oggi più di ieri la terra su cui devono vivere è arsa e senza l''acqua dell’amore, della cortesia, dell’allegria, della confidenza e della purezza: capi saldi della legge scout!
C’è di più: noi sappiamo che felicità vera e salvezza vengono dall’Alto in quanto si realizzano nell’uomo quando Dio viene a visitarlo.
Questo frangente necessario dell’incontro uomo-Signore, il ragazzo d''oggi può anche non saperlo.
Allora cogliamo tutte le buone occasioni che il cammino scout offre per insegnarglielo e provocare finalmente il rendez-vous fatale!
Siamo noi vecchi scout, sono i giovani Capi la modalità d’incontro tra una gioventù che va come un fuoribordo ma ha la meta incerta e colui che <<è venuto perché ciascuno abbia la vita e l’abbia in abbondanza>>.
Non si tratta di gesti eclatanti da compiere, si tratta di amare questa gioventù con quell’amore straordinario che viene dallo Spirito che Dio ci ha dato in dono e che si trova con dovizia nel metodo scout.
Non per nulla in un giorno del lontanissimo luglio 1926 ad un Capo che gli chiedeva come c’entrava la religione nello scoutismo , B.P. rispondeva <>.
Pertanto, con i valori che la Grazia e il Metodo ci ha donato, determiniamoci ad una attenzione maggiore e consapevole nei riguardi della gioventù, affinché sappia discernere lungo la scala dei valori autenticamente umani le scelte di vita che gli sono congrue.
don Paolo Gariglio
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