Amore
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N
el giugno 2004, abbia-
mo scritto su queste pa-
gine dell’ordinazione
sacerdotale di Fabrizio Ferrero,
già direttore di questa rivista.
Ma gli esempi di giovani ragaz-
zi e ragazze che consacrano cor-
po e anima al Signore e al servi-
zio dei fratelli non sono poi
eventi rarissimi… e credo che
questi avvenimenti in “contro-
tendenza” (proprio come fiori
nel pantano) interpellino chiun-
que disponga di sana materia
grigia nella sua testolina...
Castità e verginità per sempre,
donate con gioia.
Ci vogliamo fare sopra un pen-
siero.
La verginità
Qualcuno l’ha definita “la mar-
cia in più dell’Amore”... ma è
difficile da capire per la gente di
questo nostro tempo.
Gesù ha presentato la verginità
come un valore ascetico e l’ha
spiegata con una succinta iper-
bole agli Apostoli.
Questi si stupivano perché Gesù
non accettava il divorzio e com-
mentavano a bassa voce “Ma, se
è così, sarebbe meglio non sposar-
si…” (Mt 19,10).
Disse il Signore: “Vi sono tre tipi
di persone che non si sposano: quel-
le che non possono per difetto di na-
tura, quelle rese impotenti dagli uo-
mini (gli eunuchi) e quelle altre che
vogliono restare vergini per meglio
servire il Regno dei Cieli” (Mt
19,10-12). Quindi tagliò corto,
evitando di continuare il discor-
so, e andò dai bambini...
La verginità nelle parole del
Maestro appare come il culmine
dell’amore, non una privazione.
Una specie di marcia in più
dell’Amore!
Quello che non è…
La verginità non è una fuga dal
piacere sessuale. La Chiesa non
pensa alla sessualità come a una
forza oscura e limacciosa, anni-
data nelle pieghe del nostro es-
sere, dove il peccato sta dietro
l’angolo pronto al balzo assassi-
no, bensì come ad una forza di
vita, di comunicazione e di
gioia.
Nemmeno è repulsione verso
quella parte della persona che si
focalizza nei genitali. La Chiesa
insegna che la persona non è ta-
le se non è sessuata e il matri-
monio non è autentico se non si
esercita la sessualità fisica. La
verginità non è un pedaggio che
la volontà debba pagare alla ma-
teria, anche se nel corso della
sua storia, la pedagogia cristia-
na ha subito una discutibile in-
fluenza dalla mentalità igienica
degli ebrei (ciò che è materiale è
impuro, dunque lavaggi a non
finire, dalle mani alle braccia fi-
no ai gomiti e alle stoviglie…
per mondarsi dall’impurità del-
la materia!).
Dunque che cosa è.
E’ prestò detto: è il vertice
dell’Amore!
E’ cioè una virtù: è una virtù so-
prannaturale, infusa dallo Spi-
rito Santo. Gesù affermò pure
che non è comprensibile a tutti:
“Non tutti possono capirlo, ma solo
coloro ai quali è stato concesso”.
(Mt 19,11).
E’ uno Spirito, come la Povertà
(pensiamo a S. Francesco e alla
fragranza esistenziale di tutti
quelli che vivono la sequela di
Cristo con i voti di povertà, ca-
stità e ubbidienza).
Nella storia del cristianesimo
.... segue
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