Valori
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A
partire dal 1981, una rete
internazionale di studio-
si e sociologi sta condu-
cendo un’analisi dettagliata dei
valori della popolazione europea
e della loro evoluzione nel corso
dei decenni. Si tratta del proget-
to denominato «European Va-
lues Survey», nel quale vengono
raccolti (e analizzati) i dati relati-
vi a studi effettuati a livello na-
zionale su campioni di almeno
1000 persone. Negli anni ottanta,
l’iniziativa riguardò nove Paesi
dell’Europa occidentale (Gran
Bretagna, Germania, Francia,
Italia, Spagna, Olanda, Belgio,
Irlanda, Danimarca), ma a parti-
re dagli anni novanta fu allarga-
ta anche ai Paesi dell’Est ed este-
sa successivamente a più di 65
nazioni in tutti i continenti, arri-
vando a coprire così quasi l’80%
della popolazione mondiale
(«World Values Survey»,
www.worldvaluessurvey.org).
Limitandoci a considerare quan-
to accade nel Vecchio Continen-
te, i risultati dell’ultimo rileva-
mento statistico (1999-2002) ap-
paiono decisamente interessanti,
proprio perché misurano le cre-
denze, le aspirazioni, gli interes-
si degli europei su “valori” come
la famiglia, il lavoro, la religione,
le amicizie, la politica, le norme
sociali e morali e le mettono a
confronto con i dati relativi ai
due decenni precedenti.
L
a popolazione d’Eu-
ropa considera la fa-
miglia (89%) e il lavoro
(54%) tra i valori più
importanti. La religione
è al primo posto per
17% degli intervistati,
ma – questo è forse il
dato più rilevante – la
tendenza all’abbassa-
mento progressivo del
sentimento religioso ap-
pare essersi invertita.
Non è più vero che i più
giovani sono anche i più
indifferenti al trascen-
dente, al contrario: i na-
ti negli anni settanta si
mostrano più religiosi
delle generazioni che li
hanno preceduti.
«Se guardiamo i dati po-
nendoci nella prospettiva tracciata
dagli ultimi trenta quarant’anni –
ha spiegato Yves Lambert, socio-
logo delle religioni, a commento
di tali dati – vediamo bene che ci
troviamo in un’epoca di cambiamen-
to». Tutta-via, la religione appare
essere intesa in senso più indivi-
dualista: a livello europeo la pra-
tica religiosa e all’impegno co-
munitario continuano ad abbas-
sarsi. Il caso estremo è rappre-
sentato dalla Francia, dove solo
il 6% dei giovani partecipa alme-
no una volta al mese alla Messa.
Al contrario, secondo lo studio
citato, i ragazzi italiani vanno di
più in Chiesa di dieci anni fa (il
40% va a Messa almeno mensil-
mente). Dalle risposte ad una
trentina di domande precise, ri-
sulta che i giovani ritengono im-
portanti le risposte della Chiesa
sui problemi morali e familiari;
rispetto al 1990 credono di più in
una vita dopo la morte, nell’in-
ferno e nel paradiso, in un Dio
personale. Perfino la generazio-
ne che oggi ha 45-55 anni dimo-
stra una nuova sensibilità reli-
giosa, anche se si riscontra una
certa variabilità da un Paese al-
l’altro. Un nuovo interesse reli-
gioso, impensabile fino a
trent’anni fa, è evidente nei Paesi
dell’Est, in particolare
in quelli ortodossi, ma
anche in Germania, in
Portogallo, in Italia, in
Svezia e in Danimarca.
E’
interessante nota-
re che negli anni
sessanta, in pieno
“boom” economico,
molti studiosi sposaro-
no la tesi che all’affer-
marsi della “moder-
nità” corrispondesse un
progressivo abbandono
dei valori religiosi. Il
concetto chiave per de-
scrivere questo proces-
so fu quello di «secola-
rizzazione». A quanto
pare la tendenza si è invertita, e
la nuova parola d’ordine è inve-
ce «de-secolarizzazione», ovvero
un ritorno forte alla spiritualità.
Ad esempio, il sociologo france-
se Gilles Kepel, ritiene che si pos-
sa parlare di un risveglio religio-
so nell’ambito di ebraismo, cri-
stianesimo e islam a partire dalla
metà degli anni ’70, quando si
passò dal tentativo di adegua-
mento ai valori secolari, all’ipo-
tesi di una vera e propria “ricon-
quista” religiosa della società.
«La nostra tesi era che la secolariz-
zazione e la modernità avanzassero
di pari passo, ma sbagliavamo – so-
stiene invece l’americano Peter
Berger, quarant’anni fa uno dei
maggiori teorici della “secolariz-
zazione” – la maggior parte del
mondo odierno non è secolarizzata.
Anzi, è molto religiosa» (Avvenire,
13 luglio 2002). E la folla di gio-
vani accorsi in Piazza San Pietro
prer pregare accanto a Giovanni
Paolo II potrebbe esserne un
esempio...
F
orse allora i campi della vita,
anche al giorno d’oggi, non
sono poi così aridi… Forse anche
nel mondo iper-tecnologico del
nuovo millennio c’è ancora spa-
zio per Dio e per i valori cristia-
ni…
“Vedendo le folle Gesù ne ebbe
compassione, perché erano stan-
....segue
C'è ancora spazio per Dio!
Gli interessanti risultati
di un’indagine
sui valori degli europei

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