L’
alleanza tra scienza e vi-
ta è molto forte nella co-
scienza di ogni persona.
Da una parte, infatti, la scienza è
avvertita come valore decisivo
per migliorare la vita e rafforzar-
ne la qualità, dall’altra la vita
delle persone e delle comunità
spinge la scienza a non arrender-
si, fino a produrre benefici con-
creti a vantaggio non solo di po-
chi privilegiati, ma di tutti.
Tuttavia è essenziale riconoscere
la scala delle priorità. Solo il pri-
mato della vita garantisce il per-
seguimento dei diritti dell’uomo
e lo sviluppo scientifico ardi-
mentoso e controllato. La tecnica
è divenuta troppo potente per
poter essere lasciata in balia di se
stessa, o per essere affidata
esclusivamente agli addetti ai la-
vori.
Trasparenza e giustizia, ugua-
glianza e corresponsabilità, valo-
ri certamente condivisi dalla
maggior parte delle persone,
hanno un senso solo se incomin-
ciamo a metterli al servizio dei
più deboli e dei meno garantiti:
in primo luogo il concepito che,
non avendo voce propria, ha bi-
sogno della solidarietà sociale.
Questo è il primo passo per la di-
fesa in concreto della vita, da svi-
luppare in tutti i suoi aspetti e in
tutti i soggetti.
Con questo spirito è nato a livel-
lo nazionale il Comitato per im-
pedire il peggioramento della
legge 40 sulla fecondazione assi-
stita, di cui fanno parte persona-
lità del mondo scientifico, cultu-
rale, professionale, politico e as-
sociativo. Il Comitato si propone
di promuovere una campagna
capillare di sensibilizzazione sui
valori in gioco, per l’adozione
del comportamento più efficace
nella prossima convocazione re-
ferendaria.
Il Comitato giudica la legge 40
sulla fecondazione assistita un
risultato importante, che final-
mente ha fissato delle regole per
i laboratori che operano nel cam-
po molto delicato della feconda-
zione umana. Non si tratta di
una legge perfetta, tuttavia essa
pone fine al cosiddetto «far west
procreatico», assi- curando ad
ogni figlio le garanzie di una vi-
ta umana e la protezione di una
vera famiglia.
Una legge, dunque, che merita di
essere difesa. Al contrario, il refe-
rendum la vuole stravolgere, pri-
ma di darle tempo di essere ap-
plicata, sperimentata e verificata
nei risultati.
Di per sé il referendum può esse-
re uno strumento di democrazia,
ma in questo caso è profonda-
mente inadeguato, per la tipolo-
gia e la complessità della materia
e per la formulazione voluta-
mente equivoca dei quesiti che
propone.
Davanti al rischio di una società
che sembra non farsi scrupolo di
manipolare l’uomo, il Comitato
indica la scelta del «doppio no»:
al contenuto dei quesiti referen-
dari e all’uso distorto del refe-
rendum in materia di feconda-
zione.
Dunque non andremo a votare,
proprio per esprimere con fer-
mezza questo nostro «doppio
no». Ma anche per ribadire alcu-
ni obiettivi strategici: riaffermare
- contro ogni deriva scientista -
che gli esseri umani non sono ca-
vie; dare ai figli genitori veri e
conosciuti, garantendo loro la
certezza di specchiarsi nello
sguardo di un padre e di una
madre; dare nuovo slancio ad
una società che, a partire dal ri-
spetto dei più deboli, consolidi i
valori fondamentali del nostro
vivere civile, quali solidarietà,
giustizia, uguaglianza, libertà e
pace.
Comitato «Scienza & vita»
Etica
14
Il valore della vita
Referendum: perché non andremo a votare

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