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Editoriale
ne tornò a prendere forma come
esigenza liberatoria.
Rimaneva comunque il fatto del
mio silenzio…
Tra me e Paolo c'era un legame
speciale, che solo io conoscevo:
Paolo era molto legato a me,
istintivamente: una forte simpa-
tia di cui nemmeno lui sapeva il
perché…
Quel legame c'era ed era una sto-
ria segreta, conosciuta solo da me
e dalla sua madre.
Calma, vi spiego! Circa sedici an-
ni prima, la mamma di Paolo ri-
mase incinta, naturalmente di
suo marito, il quale non voleva
saperne che la moglie mantenes-
se la gravidanza. Fece di tutto per
convincerla (fino ad obbligarla)
al tragico passo abortivo.
A quel punto la donna, piena di
angoscia, anche perché era una
cristiana credente e praticante, si
confidò con me in lacrime. La
supportai con tutte le forze. Essa
giunse addirittura alla rottura col
marito al quale io avevo peraltro
profetizzato come questo figlio
(avevano già una ragazzina e un
giovanottino) sarebbe stata la lo-
ro futura fortuna. Pina (chiamia-
mola così la Signora) la spuntò
all'ultimo momento: era già in
macchina verso l'ospedale!
Paolo nacque. Va detto oggi che
Paolo sarà davvero il palo della
giostra di quella famiglia, perché il
"giovanottino" fu ucciso dalla dro-
ga all'età di vent'anni e la ragazza
tutt'oggi vive per conto proprio.
Torniamo alla Capanna in quel
pomeriggio, nel bel mezzo di
quel campeggio dove Andrea
pianse le sue lacrime più amare
con la mano sudata stretta alla
mia finché piangeranno tutti
quanti, Paolo compreso.
Dopo quei singhiozzi che saliva-
no dal cuore, ci fu silenzio. Poi
Andrea improvvisamente parlò e
parlò così: «Io sono contento di
vivere così come sono. Io ringra-
zio mamma e papà che mi hanno
fatto nascere… e Raffaele che mi
vuole bene e anche gli amici, che
io amo tanto… Anch'io sono pie-
no di gioia come voi, vivendo su
questi monti, sotto questo cielo…».
A questo punto le lacrime bagna-
vano proprio gli occhi di tutti.
Paolo li teneva abbassati, gli oc-
chi, ma in realtà soffriva di più e
forse stava cambiando idea…
1996
A
ndrea frequenterà il liceo,
poi l'università scegliendo
la facoltà di giurisprudenza, do-
ve si laureerà dottore in legge con
una straordinaria tesi di laurea su
"L'istituto dell'irrilevanza del fat-
to nel processo penale minorile",
conseguendo 110/110 con lode.
La tesi di laurea, elegantemente
rilegata, me la inviò in dono.
Scorrendo l'elaborato e rifletten-
do sul tema pensai più volte alle
lacrime di quel pomeriggio al
campeggio "adolescenti" dell'an-
no 1985.
2006
I
n Italia c'è gran battaglia politi-
ca-morale attorno al referen-
dum sulla procreazione assistita
promossa dai movimenti laicisti.
La Chiesa ha scelto di entrare in
campo: come poteva tacere.
Questa volta il "Non possumus"
verteva sul ta-
cere circa l'ucci-
sione dell'inno-
cente.
E' bene che la
Chiesa parli
forte quando in
campo ci sono i
problemi morali
dell'uomo: guai
se non lo facesse;
allora poi si trat-
tava di vita e di
morte….
La Chiesa non tacque e il popolo
italiano, che la coscienza morale
la custodisce ancora integra, sep-
pe reagire.
In molte città ci furono manife-
stazioni e dibattiti nei giorni pre-
cedenti il referendum.
Anche nella mia parrocchia ci fu
una affollatissima tavola rotonda
sulla gravità irreparabile dell'a-
borto e delle manipolazioni ge-
netiche.
Al tavolo sedevano illustri medi-
ci e studiosi di diritto, guidata
dal fisiatra dott. Giovanni
Quaglio…
Chi presiedeva il dibattito.
Doveva essere un giurista: era
l'Avvocato dott. Andrea Sarzenti!
Ad un certo punto del confronto
mi sentii ispirato e mi avvicinai al
dott. Andrea per chiedergli se po-
tevo narrare quell'antico episo-
dio del "Campo Ado '85". Andrea
si dichiarò d'accordo ed io partii
in quarta!
A narrazione finita davanti a cin-
quecento persone che affollavano
la sala grande, si alzò una signo-
ra ancora snella, ma bianchissi-
ma nei capelli. Una persona che
proprio non avevo notato ma che
conoscevo benissimo anche se
non la vedevo da qualche anno.
La donna parlò: «Sono la mam-
ma di quel ragazzo che avete
chiamato Paolo. Grazie don per
avermi aiutato a salvare il figlio,
anche perché oggi mi è rimasto
solo lui, con una bella famiglia.
Ringrazio anche il Signore perché
stasera, per la prima volta vedo
con gioia il famoso ragazzino
Andrea…, ora presidente di que-
sta Assemblea. E' proprio acca-
duto così: dei due figli preceden-
ti a Paolo mi è rimasta la figlia,
ma è come se non ci fosse; è par-
tita per la sua strada, senza più
girarsi indietro. Il maschio, fratel-
lo maggiore di Paolo non c'è più,
perché il demone della droga lo
ha ucciso. Mio marito se n'è an-
dato di casa. Solo Paolo, con la
sua bella famiglia e il suo affetto
mi è rimasto per la mia gioia e
consolazione. Vorrei aggiungere:
Paolo, da quel campo, non sarà
mai più abortista! Anche perché
colsi l'occasione per narrargli
ogni cosa! »
2008
I
l 9 gennaio di quest'anno l'Avv.
Andrea Sarzenti, nel pieno del
suo successo professionale, dopo
essersi guadagnate tante bene-
merenze, ha cessato di vivere
stroncato da infarto. E' morto co-
me un "Angelo" e il suo nome è
già scritto lassù, sulla Croce dei
"Ragazzi in Cielo", in Valle
Stretta, insieme a quello di nume-
rosi suoi amici cui la vita terrena,
per malattia o disgrazia, è stata
tirchia di anni.
Ora vive sicuramente in Cielo
davanti all'Agnello. Quaggiù lo
ammira e lo invoca una marea di
giovani amici.
don Paolo Gariglio
Una Grande Storia d’Amore e di vita
…che si è conclusa proprio quest'anno, 40° anniversario dell'enciclica Humanae Vitae di Paolo VI, a cui è dedicato questo numero de “Il Vento”
Andrea Sarzenti (1970 - 2008)
"Questa pagina web è stata creata come esercizio da Carlo Auricchio, allievo del corso UNI3-Nichelino di Informatica Avanzata"